La leishmaniosi è una malattia infettiva causata da un protozoo, il quale raggiunge il corpo dell’animale grazie alla trasmissione effettuata da insetti vettori. Questa malattia è diffusa in più di 70 paesi del mondo, Italia compresa e colpisce sia l’uomo che il cane, mentre è più rara nel gatto.
Nel cane, il protozoo che causa la leishmaniosi è il Leishmania infantum (o Leishmania chagasi) e l’infezione da L. infantum è trasmessa da diverse specie di insetti vettori del genere Phlebotomus (come si vede nella Fig 1).
I flebotomi sono insetti di circa 3 mm e hanno abitudini notturne o crepuscolari.
Si muovono in un’area di circa 1 km dal sito di riproduzione e hanno un ruolo determinante nella trasmissione della patologia, in quanto all’interno del loro organismo avviene lo sviluppo e la replicazione della forma infettante del parassita (protozoo). Gli insetti maschi si nutrono dei succhi vegetali, mentre le femmine si nutrono del sangue del cane in cui iniettano o da cui ricevono il protozoo. Le femmine pungono esclusivamente nelle ore serali-notturne (tramonto-alba) maggiormente nel periodo che va dalla metà di maggio alla fine di ottobre.
Modalità di trasmissione
Per completare il ciclo biologico di questo protozoo si deve comprendere che la Leishmania necessita di un ospite intermedio, costituito da un flebotomo, e uno definitivo, rappresentato dall’ospite vertebrato (il cane). Quando un flebotomo non infetto esegue il suo pasto di sangue su un ospite infetto, ingerisce delle forme non infettanti (gli amastigoti) (Fig. 2).
All’interno del flebotomo gli amastigoti subiscono una serie di modificazioni morfologiche fino a trasformarsi nella forma flagellata promastigote (mobile ed infettante).
La femmina del flebotomo alberga i promastigoti e li trasmette durante il successivo pasto di sangue ad animali domestici, selvatici e uomo, in cui si sviluppa nuovamente la forma amastigote.
Le aree del corpo che i flebotomi prediligono per pungere sono le orecchie, il naso e l’addome. A questo livello si possono osservare, per alcune settimane, delle lesioni papulari, singole o in gruppo, definite cancri di inoculo.
L’infezione da Leishmania presenta tre caratteristiche che fanno scaturire la patologia:
(1) il bersaglio del parassita è rappresentato dai macrofagi, all’interno dei quali il parassita si può replicare;
(2) la comparsa e l’evoluzione della malattia dipendono dalla risposta immunitaria dell’ospite;
(3) la persistenza dell’infezione nei tessuti: la Leishmania tende a localizzarsi nei linfonodi, nella milza, nel midollo osseo e nel fegato.
Nel cane, L. infantum causa infezione, generalmente cronica, che può essere asintomatica e a volte può evolvere in malattia sintomatica evidente: la risposta immunitaria gioca un ruolo importante in questo dualismo.
Fattori di rischio:
- Diverse razze come Boxer, Cocker Spaniel, Rottweiler e Pastore Tedesco sembrano essere maggiormente suscettibili alle infezioni da leishmania.
- Anche l’età sembra essere un fattore di rischio: con maggiore prevalenza nei cani di giovane età (tra 2 e 4 anni) e nei soggetti di età medio-avanzata (sopra i 7 anni).
Sintomi
La leishmaniosi è una patologia cronica, pertanto i segni clinici possono manifestarsi in un arco di tempo che va dai 3 mesi ai 7 anni. Lo stato d’infezione (dimostrazione della presenza del parassita) non sempre è seguito da quello di malattia (presenza di segni clinici e/o alterazioni clinico-patologiche). La malattia può decorrere con sintomatologia grave (Fig. 4 Immagine di proprietà di @vetpedia) ma anche in forma quasi inapparente.
I reperti clinici descritti più frequentemente comprendono:
- aumento di volume dei linfonodi,
- anoressia,
- depressione sensoriale,
- perdita di peso,
- ipotrofia muscolare,
- intolleranza all’esercizio,
- lesioni cutanee (noduli, ulcere, alopecia periorbitale, dermatite esfoliativa), oculari (cheratocongiuntivite, uveite),
- zoppia,
- poliuria-polidipsia e
- sintomi gastroenterici.
Alcuni soggetti manifestano epistassi in associazione o meno ad altri sintomi; mentre in una minoranza si evidenzia una crescita abnorme delle unghie, definita onicogrifosi.
L’infezione da leishmania può potenzialmente colpire qualsiasi organo, tessuto o fluido biologico, pertanto è possibile rilevare una vasta gamma di segni clinici.
Diagnosi e terapia
La diagnosi di leishmaniosi si basa sulla valutazione dei segni clinici e sui risultati dei test di diagnosi eziologica. Questi ultimi comprendono metodi di diagnosi diretta, che permettono l’identificazione del parassita, e indiretta, che permettono di evidenziare gli anticorpi prodotti dall’organismo nei confronti dello stesso.
È importante differenziare i cani “infetti ma clinicamente sani” da quelli “malati”. Pertanto, gli scopi principali della diagnosi dell’infezione da L. infantum sono:
- confermare la patologia in cani malati,
- effettuare uno screening in soggetti clinicamente sani che vivono o hanno viaggiato in aree endemiche,
- ed escludere la presenza dell’infezione in cani donatori di sangue, riproduttori o in soggetti che dovranno essere vaccinati.
La terapia e la prognosi di questa condizione dipendono quindi dallo stadio della stessa, dai sintomi manifestati e dalla loro gravità. Per questo il veterinario deciderà il protocollo più appropriato per ogni situazione effettuando controlli ogni 3-6 mesi.
Prevenzione
Al contrario, non permettere che il flebotomo si alimenti sul cane significa prevenire l’inoculazione del protozoo e quindi l’infezione da Leishmania a un ospite recettivo.
È su questa semplice strategia che si basa quella che a oggi è considerata la migliore soluzione per il controllo della leishmaniosi canina.
Esistono diverse preparazioni commerciali, in forma di collari o preparazioni spot-on, a base di piretroidi che devono essere applicate sia nei cani sani sia nei cani infetti/ammalati:
Formulazioni spot-on: l’utilizzo di prodotti spot-on a base di permetrina fornisce un effetto repellente nei confronti del flebotomo per 3-4 settimane. Il prodotto dovrebbe essere applicato ogni 3 settimane durante il periodo di attività dei flebotomi, e almeno 2 giorni prima della partenza in caso di viaggi in aree endemiche.
Collari: i collari impregnati di deltametrina hanno una efficacia repellente a partire da una settimana dalla loro applicazione, con una durata d’azione di 5-6 mesi. Il prodotto dovrebbe essere sostituito ogni 5-6 mesi, e applicato 1-2 settimane prima della partenza in cani che viaggiano in aree endemiche. Un collare a base di flumetrina si è dimostrato efficace in diversi studi nel ridurre il rischio di infezione da L. infantum attraverso la puntura di flebotomi fino ad 8 mesi; pertanto quest’ultimo può essere considerato una valida alternativa ai collari a base di deltametrina.
Vaccinazione
Si ricorda che la vaccinazione non previene l’instaurarsi dell’infezione da L. infantum, ma riduce la progressione verso lo stato di malattia e la probabilità di sviluppare la sintomatologia clinica. Sono stati commercializzati due tipi di vaccini per la Leishmaniosi canina. Entrambi devono essere utilizzati soltanto in cani sani sieronegativi, di età superiore ai 6 mesi. In virtù della chiara dimostrazione che i cani vaccinati possono comunque risultare infetti, l’uso di repellenti anti-flebotomo di provata efficacia deve essere sempre consigliato anche nei cani sottoposti a vaccinazione.
Rischi per l’uomo
La trasmissione dell’infezione dall’animale all’uomo si realizza esclusivamente attraverso punture di flebotomi infetti e non per contatto con il cane malato. L’età infantile, la malnutrizione, l’HIV, gravi immunodepressioni rappresentano fattori predisponenti.
Se il tuo cane non ha ancora iniziato il protocollo antiparassitario, prendi appuntamento per scegliere insieme la strategia più efficace.
Se invece il tuo cane presenta uno o più dei sintomi descritti nell’articolo, contattaci per effettuare delle indagini diagnostiche approfondite, ed escludere la presenza di questa pericolosa patologia.
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